E’ ufficiale: dal 5 al 17 gennaio 2020 sarò in Arabia Saudita per seguire il Rally Dakar per la terza volta.
Mentre nel 2018 e nel 2019 vi partecipai per gestire la comunicazione dei piloti di moto italiani, in questa occasione accompagnerò Rteam-Ralliart di Renato Rickler, un team di veicoli 4X4, alla 42° edizione del rally più famoso al mondo.
Al Rally Dakar con Ralliart
Già dai primi giorni di dicembre il Team toscano, insieme a tutti gli altri in gara, si troverà a Marsiglia per l’imbarco dei veicoli che saranno destinati al porto di Jeddah. Da qui, attenderanno le operazioni amministrative e di controllo che si svolgeranno qualche giorno prima della gara.
Quattro gli equipaggi in gara della squadra coordinata da Renato Rickler. La Mitsubishi Pajero WRC Plus n°367 guidata da Andrea Schiumarini ed Enrico Gaspari; la Mitsubishi Pajero WRC n°392 di Marco Carrara, navigata da Maurizio Dominella alla sua trentesima Dakar. Nella categoria SSV ci sarà il Can-Am n°432 governato da Fabio Del Punta al fianco di Giacomo Tognarini, e infine il potente Iveco Eurocargo 140 E24, al quale è stato assegnato il numero 540, e condotto da Ricky Rickler e l’abile meccanico Buran Dragos.
Il team Ralliart schiera dei giganti del fuoristrada, che faranno bella mostra ai bivacchi. In totale vedremo 4 Mitsubishi Pajero – tra veicoli di assistenza e gara – 2 camion Iveco e 1 Can-Am.
Il percorso della 42° edizione della Dakar
Questa 42° edizione del Rally Dakar prevede un percorso totale di 7856 km, di cui 5097 di prove speciali, da percorrere in 12 tappe. Parteciperanno 572 piloti, con 347 mezzi, tra moto, quad SxS, auto e camion.
Ci troveremo per la prima volta in Medio Oriente, in questa edizione in Arabia Saudita che si preannuncia tra le più dure della storia del rally. Il percorso sarà infatti caratterizzato da tratti desertici duri, soprattutto quando sarà il momento di attraversare il deserto di Rub-al-Jali (ben 600.000 km quadrati).
Si partirà il 5 gennaio da Jeddah, sul Mar Rosso, e si concluderà il 17 gennaio a Al Qiddiya, a 40 km dalla capitale.
Nuove difficoltà e incognite ci accompagneranno
Il direttore di gara David Castera ha dichiarato che sarà un’edizione diversa. Ci troveremo di fronte a contesti differenti rispetto al Sud America, dove si è corso negli ultimi dieci anni. Lo stile di guida dovrà essere adattato al percorso arabico, che tra le varie difficoltà presenta anche quella di dover affrontare escursioni termiche importanti.
Le prime sei tappe saranno caratterizzate da tratti sabbiosi e rocciosi e le immancabili dune. Successivamente il fondo della gara muterà notevolmente, con tracciati scoscesi di rocce e poca sabbia. Le difficoltà aumenteranno da metà gara in poi, in cui assisteremo a numerosi tratti fuori pista, poche strade battute e la necessità di correre anche la sera.
Altra importante novità sarà la consegna del roadbook poco prima dello start di ogni gara. Lo scopo di questa iniziativa, a mio parere lodevole, è quella di contrastare il lavoro dei “mapper”, gli addetti dei team blasonati che nelle edizioni passate studiavano i percorsi per agevolare la guida dei loro piloti. In questo modo i partecipanti in gara saranno posti nelle stesse condizioni iniziali di difficoltà.
La mia terza volta al Rally Dakar
Dalle premesse l’edizione n°42 del Rally Dakar sembra riservarci tante sorprese. Di sicuro, sarà una nuova occasione per scoprire magnifici territori in questa parte del mondo, mai esplorati dall’uomo. Io sarò presente anche a questa avventura e, come sempre, farò del mio meglio per restituire l’adrenalina che si leverà dalla sabbia di questa Dakar 2020.
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